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I dolci della Pasqua

I dolci della Pasqua

I dolci della Pasqua

Ho appena ritrovato una foto di quando ero bambina ed ero vestita da ballerina di flamenco per il Carnevale, che nostalgia!!! Il Carnevale mi ricorda l'aroma dei “cenci”che faceva la mamma, dolce tipico toscano del Carnevale . Il mio babbo invece faceva le frittelle di riso tipiche del centro Italia e quelle di mele piu' della tradizione nord-italiana. E voi cosa friggete per Carnevale?
Qui di seguito la ricetta delle frittelle di mela, buonissime, che io preferisco preparare senza le uova perchè assorbono meno olio e che servo con una salsa di sciroppo di acero e zenzero insegnatami dalla amica e collega Rosanna Passione.

Poi arriva la Pasqua e ci si scorda l'allegria del fritto.
La semplicita' dei dolci pasquali rispecchia lo spirito religioso di frugalita' che si respirava durante la Quaresima con i suoi digiuni e i suoi fioretti.
Avete presente il profumo del Pan di Ramerino caldo quando passate davanti al fornaio? E' un dei miei profumi preferiti: dolce come l'uvetta, pungente come il rosmarino.
Il Pan di Ramerino è un pane dolce tipico della zona di Firenze (QUI trovate la ricetta della mia mitica amica Paola) che tradizionalmente si faceva per il giovedi' santo. Ci sono poi dolci semplici e sostanziosi come la schiacciata di Pasqua, con l'aroma inconfondibile di anice, chiamata cosi' perchè ci sono tante uova sbattute dentro o “schiacciate” come si dice in Toscana. Infatti durante la Quaresima non si poteva mangiare uova e arrivati a Pasqua andavano smaltite.
Chissa' se la mia passione per la cucina nasce come istinto naturale all'avversione che mia madre provava per essa?
Renata, mia madre, infatti non amava cucinare... per lei era perdere tempo; a volte pero' per amore della famiglia, dei dolci e della sua terra faceva delle eccezioni; una di queste era per la pastiera napoletana. Eccovi la ricetta e la leggenda:

“Secondo una antica leggenda, la pastiera nasce quando una volta sulla spiaggia le mogli dei pescatori lasciarono nella notte delle ceste con ricotta, frutta candita, grano e uova e fiori d’arancio come offerte per il “Mare”, affinché questo lasciasse tornare i loro mariti sani e salvi a terra.
Al mattino ritornate in spiaggia per accogliere i loro consorti notarono che durante la notte, la marea aveva mischiato gli ingredienti ed insieme agli uomini di ritorno, nelle loro ceste c’era una torta: la Pastiera.
Sicuramente questo dolce, con il suo gusto classico poco zuccherino e rinfrescato dai fiori d’arancio, accompagnava le antiche feste pagane per celebrare il ritorno della Primavera: la ricotta addolcita è la trasfigurazione delle offerte votive di latte e miele tipiche anche delle prime cerimonie cristiane, a cui si aggiungono le uova, simbolo di vita nascente e il grano, augurio di ricchezza e fecondità.