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La Campania un tempo era una terra piena di delizie Così inizia una delle classiche versioni di latino … e i romani la sapevano lunga a proposito di “bella vita” e buona cucina!

La Campania un tempo era una terra piena di delizie Così inizia una delle classiche versioni di latino … e i romani la sapevano lunga a proposito di “bella vita” e buona cucina!

La Campania un tempo era una terra piena di delizie Così inizia una delle classiche versioni di latino … e i romani la sapevano lunga a proposito di “bella vita” e buona cucina!

Sono cresciuta con la triste consapevolezza di avere l'unica mamma campana che non ama cucinare: avete presente quei profumini commoventi che riconciliano con il mondo quando da studente, stremato dopo sei ore di scuola e un'ora di bus, sali le scale di casa pregustando il pranzo che l'amorosa mamma ti ha preparato?!

Ecco, io no! Tornavo da scuola e l'odorino confortante, me lo preparavo da sola!

Per mia madre, mia zia e mia nonna materna, il cucinare è un'attività quasi inutile, è una perdita di tempo; non che non amino mangiar bene, se qualcuno cucina per loro apprezzano molto ma altrimenti tanto vale cucinare veloce.

Cucinare come ogni attività domestica per loro è tempo “rubato” dalla cultura, all' intelletto, all' arte. Loro sono “domestiche” essenziali: non sono esperte di acchiappapolvere men che meno sanno (o vogliono sapere) se meglio usare il mocho o il buon vecchio straccio da pavimenti; questo aspetto lo condivido con loro, io però amo la cucina ed il cucinare.

Quando racconto ai miei studenti il motivo che mi ha naturalmente spinto ad amare la cucina dico sempre scherzando “È stata solo sopravvivenza” sfatando il mito della famiglia matriarcale dove da donna a donna si passano i saperi e le passioni.

Quando andavamo a trovare i nonni ad Avellino io mi affiancavo a Raffelina la domestica, la vera donna di casa, come un pulcino alla chioccia, lei sì che cucinava per noi pranzi succulenti della tradizione campana.

Invece nonna era famosa per le “ricette senza”: le poche volte che doveva cucinare, lei toglieva sempre qualche ingrediente della ricetta perché, diceva, erano troppo pesanti o forse come io e mio fratello sospettavamo era quell' ingrediente o quella preparazione che richiedeva più tempo.

L'esempio più eclatante è il Sartù di Riso: un magico timballo di riso al pomodoro ripieno di piselli, formaggio, ragù, polpette e uova sode; ogni famiglia ha le sue modifiche, si può aggiungere funghi, salsiccia, prosciutto e così via.

Io ho assaggiato il vero Sartù solo qualche anno fa dalla moglie di mio zio; quello che faceva nonna, alla fine dei conti, era un riso al pomodoro al forno con formaggio e piselli: sì perchè il ragù è unto, le polpette ci vuole troppo per farle, le uova sode sono pesanti, e così era per tutte le ricette più complesse.

https://www.alice.tv/ricette/primi-piatti/carne/sartu-di-riso-alla-napoletanaLa Campania è un luogo che nella storia è stata crocevia di popoli e culture, la sua cucina ha avuto influenze sia dagli spagnoli che dai francesi che nei suoi porti sbarcavano contaminando la cucina del luogo con i loro prodotti.

La cucina campana con i suoi piatti tipici è famosa in tutto il mondo.

Non solo pizza e mozzarelle, ma anche timballi e dolci di ogni tipo hanno reso la Campania una regione dal patrimonio culinario unico.

I prodotti e le ricette nate in questa terra vulcanica di sole, e di mare sono un mondo tutto da scoprire.

In ricordo di Renata e Adelina, mamma e nonna che hanno già percorso la loro vita sulla terra condivido con voi la ricetta del vero Sartù di Riso che io ho aspettato 40 anni per mangiare.

Con amore le ricordo per essere state le cuoche più pigre che abbia mai conosciuto e le ringrazio per aver reso me una cuoca meno pigra e più creativa.