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La mia Pasqua tutta toscana

La mia Pasqua tutta toscana

La mia Pasqua tutta toscana

La mia Pasqua tutta Toscana

Quando ero piccola  la nonna Lina per Pasqua mi preparava la torta alle erbe di campo e mi raccontava che quando lei aveva la mia età nelle campagne del Chianti prima della guerra, si capiva che stava arrivando la Pasqua grazie agli spazzacamini.

Passavano di casa in casa ad offrire il loro lavoro in cambio di un po' di cibo e magari qualche soldo, seppur difficile da trovare in casa dei contadini. Le donne, dopo aver fatto pulire il camino, ed aver sporcato la casa di fuliggine, iniziavano le vere pulizie di primavera, porte e finestre venivan spalancate, anche perchè almeno entrava un po' sole e di aria calda; chi come me ha vissuto anni nei cascinali in pietra, sa che nelle mezze stagioni è più caldo fori che dentro casa. “Si iniziava a spostare e pulire tutto, dentro e fuori casa; infatti in primavera si bruciavano i rami tagliati dalle potature degli ulivi.

Per ultimi anche i cristiani si lavavano...finalmente era meno freddo e poi a breve ci sarebbe stata la Santa Pasqua. Nelle campagne tutti si andava a messa nei giorni comandati e la Pasqua non faceva eccezione... c'era chi era credente per davvero e chi lo faceva per buon costume; ma noi ragazzi e ragazze ci si andava parecchio volentieri perchè era l'unico momento in cui ci si poteva incontrare fra di noi senza esser troppo controllati dai genitori.

Il sabato e la domenica di Pasqua a piccoli gruppi si andava per le campagne a suonar con i campanacci, svegliando gli alberi e la natura e facendoci scherzi e grosse risate. Noi ragazze ci pettinavamo i capelli alla luce della luna piena perchè le grandi dicevano che così i capelli crescevano più folti e più lunghi...ma questo non si poteva raccontare alle mamme” ed io a questo punto della storia mi chiedevo spesso il motivo di tanta segretezza, poi crescendo l'ho scoperto o almeno penso...ancora nelle campagne di quegli anni l'eco dei riti della fertilità arrivava, seppur fievole.... La religione cristiana ha cercato di cancellare tutti i riti legati alla natura che esistevano e quindi ogni festività religiosa è andata a coincidere con le “feste pagane”.

Ostara dea della fertilità della tradizione germanica, ha dato poi il nome alla Pasqua inglese Easter e a quella tedesca Ostern. Noi invece abbiamo ereditato il nome ebraico della Pasqua Pesah. In primavera si festeggiava la rinascita della natura e quindi la fertilità e sia il coniglio pasquale, più conosciuto nella tradizione nordica, sia l'uovo pasquale venivano regalati come simbolo di abbondanza e buon augurio. In ricordo della nonna e di tutte le donne che vivevano un po' nascoste ma vive, vi scrivo la ricetta della pizza con le erbi.


 

INGREDIENENTI per la pasta di pane:

500g di farina macinata a pietra

250-300 gr acqua tiepida lievito madre secco sale, un pizzico di zucchero 2 C. di olio extra vergine di oliva

per il ripieno:

1 scarola riccia

1 spicchio di aglio

250 gr di cicerbita ( come si dice da noi )

2 mazzetti di cerfoglio o un po' di prezzemolo

10 alici sott’olio

100 gr olive nere

50 gr. uvetta

50 gr. Pinoli

4 C.olio extravergine d’oliva sale e pepe

PREPARAZIONE

In una ciotola prepariamo l'impasto per il pane e lasciamolo lievitare il tempo necessario. Dopo aver pulito bene le verdure le sbollentiamo velocemente in acqua bollente salata. Una volta scolate e raffredate le strizziamo bene e le soffriggiamo in una padella ampia con 4 C. di olio e uno spicchio d’aglio. Cuociamo per 5 minuti e alla fine insaporiamo con olive nere tagliate a meta', alici, uvetta, pinoli, sale, pepe. Ungiamo una teglia tonda e la rivestiamo con 2/3 dell’impasto. Riempiamo con le erbe, copriamo con la restante pasta, spennelliamo di olio e inforniamo a 200° per 35-40 minuti.