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Riflessioni autunnali tra i fornelli

Riflessioni autunnali tra i fornelli

Riflessioni autunnali tra i fornelli

In questi giorni ho bisogno di fermarmi a fare un bilancio lavorativo. A volte la mente si lamenta troppo, fa la vittima ed è lì che la calma, un bel respiro profondo e la lucidità mi aiutano ad essere propositiva e pratica.


Professionalmente sono nata come cuoca personale per pura passione e sana  follia di ventenne.

A trent'anni mi sono strutturata pian piano; da sola, con pochi soldi, con le mie forze e tanti esperimenti.
A quarant'anni ho fatto il mio “salto” : ho creato un catering con due soci, tanti collaboratori nonché amici.
Ad oggi quasi tutto è congelato: anni di progetti, investimenti, rischi; però sento fortemente che è proprio ora che è importante investire su se stessi e rafforzare i rapporti lavorativi e le collaborazioni con professionisti che stimiamo.
Mai come adesso mi stimo e mi apprezzo come donna e come professionista e questo volermi bene in modo equilibrato mi permette di vedere chiaramente dove posso migliorare ma anche dove e come sono.


Quando mi viene chiesto come va il lavoro, rispondo “non tanto bene”; preferisco usare una negazione non ad un concetto positivo bene  invece di rispondere “ sto di m...da, grazie”... si vede che mi sto appassionando alle neuroscienze?!

La parola che più si avvicina alle tante emozioni che si susseguono in questi giorni è agrodolce

c'è poco da fare la cucina vive in me.

agrodolce: s. m. fig. Che lascia trapelare, sotto un'apparenza gentile, un' aspetto ironico, quasi mordace,

Sì perchè all'inizio dell'epidemia mondiale, la situazione lavorativa è stata dura ma ancora c'era un sapore dolce, quello del “ fra pochi mesi torniamo a lavorare”, ora siamo arrivati alla fase agra, ironica “ dove il ritorno alla “normalità” diventa un miraggio.


Sono giorni ora impegnati e impegnativi, dove l'immaginazione, la conoscenza e la professionalità non sempre bastano;  fra professionisti creiamo rete e troviamo soluzioni intelligenti a nuove restrizioni e obblighi; ci divertiamo anche, perchè l'ironia serve per andare avanti e meglio.

 

Proprio qualche settimana fa ho passato una delle domeniche lavorative più ricche e divertenti degli ultimi mesi, dove il motto della giornata all'agriturismo Il Palagio a Panzano è stato “facciamo finta di...cucinare, apparecchiare, servire i clienti....” un po' come da bambini si faceva quando si giocava “ si fa che te sei un ladro e scappai e io ti inseguo...”

Abbiamo passato ore costruttive a pianificare un presente e un futuro, che anche se pieno di incertezze, ci da la possibilità di metterci in gioco:
Monia ha fatto l'oste
Elisa ha fatto la cuoca
Irene ha fatto la sommelier
Matteo e Alessio hanno fatto i registi
Quattro amici nonché cugini hanno fatto gli ospiti

Per fare cosa poi te lo racconto nelle prossime avventure.


Concludo questa breve riflessione con tre strategie che sto affinando in questi ultimi mesi:

- dopo il piano A e B si prosegue con C, D, E, F,

- vivere nel presente...nessuna lezione sufi e yoga mi hanno mai insegnato tanto,

- essere serena è l'atto più potente che ho.

 

E tu, cosa stai imparando di sorprendente in questo periodo stra-ordinario?